Documento dell'ISDE sull'esposizione al 5G - pubblicato il 19 maggio 2020

«Chi sostiene l’innocuità delle esposizioni a campi elettromagnetici ad alta frequenza e del 5G non utilizzi la scienza a sostegno di argomenti che le evidenze scientifiche non sono in grado di confermare».
«La corposa spinta commerciale e pubblicitaria al 5G viene accompagnata da ampie rassicurazioni sull’innocuità dell‘esposizione alle radiazioni non ionizzanti ad alta frequenza (RF-EMF) emesse dagli impianti già presenti sui territori e da quelle che emetterà la rete 5G in fase di implementazione, nonostante le evidenze scientifiche disponibili appaiano tutt’altro che univoche e confortanti.
In situazioni caratterizzate da ampia incertezza, scambiare l’assenza di evidenza scientifica certa per evidenza dell’assenza di certezza è una operazione errata e densa di responsabilità da parte di chi sposa questo approccio. Su tecnologie ad elevato potenziale di rischio occorre molta precauzione. Il 5G ha queste caratteristiche, perché rischi seppure molto bassi ma applicati ad un numero enorme di persone hanno la possibilità di creare danni rilevanti alla salute. Di questo non sembrano rendersi conto interventi e documenti, come quello recente dell’ANCI».